Attiva da l’Unità Speciale di Continuità Assistenziale negli ospedali della provincia catanese

CATANIA – Attiva da oggi l’Unità Speciale di Continuità Assistenziale (USCA) del Distretto sanitario di Catania. È la prima, delle nove istituite, ad essere operativa, in ragione dell’incidenza epidemiologica sul territorio e della domanda di assistenza sanitaria. Nei prossimi giorni saranno attive anche le USCA degli altri Distretti sanitari. Tutti gli operatori reclutati sono stati formati sulle misure di prevenzione, sull’uso dei DPI, sulle modalità di esecuzione e sulla gestione dei tamponi nonché sulle tematiche cliniche inerenti alla specifica patologia.

L’Unità, attiva sette giorni su sette per un totale di 84 ore, è composta da cinque medici, con il compito di monitorare i pazienti:

affetti da Covid-19 in isolamento domiciliare che i quali non è necessario ricovero in Ospedale;

in isolamento domiciliare con possibile infezione da Covid-19, perché contatti stretti o provenienti da zone a rischio;

ricoverati per Covid e dimessi dai Presidi Ospedalieri.

Alle USCA è, inoltre, demandata la valutazione dei pazienti che si rivolgono all’assistenza primaria, alla pediatria di libera scelta o alla continuità assistenziale con sintomi sospetti per Covid-19.

Fondamentale nell’attività di queste Unità Speciali è la sinergia con la medicina del territorio, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i medici della continuità assistenziale.

D’intesa con loro, l’USCA prenderà adesso in carico i pazienti indicati. L’intervento sul territorio prevede un triage telefonico preliminare per accertare lo stato di salute del paziente e la conseguente attivazione dei servizi assistenziali e di supporto sociale e psicologico.

Le USCA, coordinate dal Dipartimento per le Attività territoriali, svolgono la loro attività a livello distrettuale e seguono uno specifico protocollo d’intervento che vede la sinergia fra Asp di Catania e Azienda Ospedaliera “Cannizzaro”.

Le attività delle USCA, sempre d’intesa con i medici di medicina generale e della continuità assistenziale e i Comuni, riguarderanno anche le Strutture socio-assistenziali sottoposte alla vigilanza dei Comuni, e cioè: le Case di riposo, le Case famiglia, le Comunità alloggio nei quali dovesse palesarsi l’esigenza di un loro intervento.

Per consolidare la rete di sorveglianza sanitaria sul territorio la Direzione Strategica dell’Azienda sanitaria catanese ha dato, inoltre, mandato al Dipartimento per le Attività territoriali, al Dipartimento di Prevenzione e al Dipartimento di Salute mentale di sottoporre a screening per Covid-19 il personale e gli ospiti delle RSA, delle CTA e delle CTR della provincia, in modo da attuare sul territorio le misure di contenimento e di gestione dell’emergenza.

L’intervento, che sarà realizzato secondo un dettagliato cronoprogramma dopo aver completato lo screening per Covid-19 degli operatori ospedalieri, prevede l’esecuzione di oltre 2500 tamponi, fra ospiti e personale delle strutture, in modo da monitorare l’andamento epidemiologico in queste residenze sanitarie che, per la fragilità degli ospiti assistiti, sono da considerare ad alta priorità. Quest’attività, di attenzione ai soggetti fragili che interessa migliaia di utenti, proseguirà d’intesa con i sindaci della Città metropolitana anche con le Case di riposo, le Case famiglia e le Comunità alloggio, per le quali si è già provveduto a trasmettere, più volte – direttamente dall’Asp di Catania per le strutture di competenza, o tramite i sindaci per Case di riposo, Case famiglia e Comunità alloggio – il Vademecum dell’Assessorato regionale della Salute sui comportamenti da osservare per la corretta gestione dell’emergenza; e a istituire una commissione, composta dalla dr.ssa Emilia Fisicaro (risk manager dell’Asp di Catania) e dal dr. Pino Liberti (dirigente infettivologo dell’AO “Cannizzaro”, in convenzione con l’Asp di Catania per l’emergenza Covid), per le attività di verifica e controllo, presso le strutture socio-assistenziali, a supporto dei Comuni.

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