Progetto “No Neet”: 7 azioni per prevenire e fronteggiare disagio giovanile. Consegnati a Neuropsichiatria infantile 3 pannelli realizzati da studenti Liceo artistico Consegnati alla Neuropsichiatria infantile i tre pannelli realizzati dagli studenti del Liceo artistico nell’ambito di “No Neet – Il principale problema che ha la scuola sono i ragazzi che perde”, portato avanti dall’associazione Il Favo che, per prevenire e fronteggiare il disagio giovanile, ha attivato servizi gratuiti nel territorio, in collaborazione con l’Istituto comprensivo”Maria Montessori”, con l’Istituto superiore “Bonaventura Secusio”, con l’Eris, la Città dei Ragazzi “Don Luigi Sturzo” e il Comune di Caltagirone. La realizzazione dei pannelli ha offerto agli studenti l’opportunità di stare insieme, specie durante il difficile periodo della pandemia, e di creare relazioni inclusive fra loro. Alla consegna di ieri, martedì 8 giugno, sono intervenuti: la direttrice del Distretto sanitario di Caltagirone Angela Fiumara, l’assessore comunale al Welfare e dirigente del “Secusio” Sabrina Mancuso, la dirigente del servizio Uonpia (Unità operativa neuropsichiatria psicologia infanzia adolescenza) Marianna Ragusa, il presidente de “Il Favo” e coordinatore del progetto Filippo Pizzo e la docente del Liceo artistico Fabiola Pampallona.
Sette le azioni in cui si articola l’iniziativa, la cui durata, in considerazione del lungo fermo imposto dal Covid a molte attività, è stata prorogata sino al marzo 2022: “Caronte”, che consiste nell’accompagnamento nel passaggio dalla scuola media alla scuola superiore e da quest’ultima all’università e al mondo del lavoro; Educativa territoriale, che si concretizza in attività di aggregazione e socializzazione che permettano ai minori di mettersi in gioco, confrontarsi e riflettere; Genitori Partner, con l’attivazione di uno spazio di confronto e mediazione per facilitare il dialogo tra il mondo adulto e quello degli adolescenti e la creazione, in collaborazione con la Casa circondariale di Caltagirone, di un apposito spazio per i colloqui fra i detenuti e i propri figli; “”Help Me”, che si traduce nel supporto allo studio in orario pomeridiano per il recupero del “gap” scolastico; “Insieme senza paura”, attraverso incontri di riflessione e laboratori pratici per prevenire fenomeni di violenza; “Laborando”, per sviluppare la creatività e la manualità dei giovani apprendisti; “Stand Up”, con la presa in carico di nuclei familiari multiproblematici.
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