Il Consiglio comunale di Caltagirone, riunitosi in seduta straordinaria, nel pomeriggio di lunedì 7 giugno, nell’area antistante l’edificio “Clementi” dell’ospedale “Gravina”, ha approvato all’unanimità dei presenti (16 su 16) un ordine del giorno pro – nosocomio che era stato concordato dalla conferenza dei capigruppo. Nel documento si sottolinea anche che “la Giunta regionale ha individuato cinque aree interne candidate alla Snai e inserite nel Po Fesr, come territori con particolari svantaggi su cui intervenire, tra le quali l’area del Calatino” e che il Consiglio, già tre anni fa, “aveva denunciato una serie di criticità legate alla condizione del presidio ospedaliero”. Si rileva inoltre che “alcuni reparti, in questi anni, sono stati gradualmente depotenziati, al punto da costringere i pazienti a ‘migrare’ in altri centri della provincia di Catania. Questa migrazione è stata ulteriormente accelerata dalla individuazione, lo scorso anno e per alcuni mesi, del Gravina quale Centro Covid. Inoltre l’apertura dell’ospedale San Marco non favorisce la condizione del nostro nosocomio. Il sistema delle prenotazioni con il numero verde delle visite specialistiche, la cui farraginosità era stata denunciata nell’odg del 30.07.2018 – prosegue l’Odg approvato dall’assise -perdura nella grave disfunzione di lunghissime attese, spesso fittizie per la mancanza di aggiornamento delle stesse, ma oggi ulteriormente aggravate dalla crisi pandemica che ha determinato in questi due anni un notevole arretrato, costringendo gli utenti a ricorrere alle visite in intramoenia o presso strutture private, comunque sempre a pagamento. Nonostante l’impegno della Direzione generale a spostare la Guardia medica dal presidio ospedaliero (la cui fruizione da parte degli utenti risulta difficile), presso i locali dell’Hospice di piazza Marconi, nulla in tal senso è stato realizzato. Il consistente patrimonio strumentale e tecnologico di cui è dotato il Gravina rischia di essere sottoutilizzato e gli investimenti strutturali del tutto vanificati, senza un’adeguata e proporzionata presenza di risorse umane. Nonostante le criticità sopra elencate, la funzionalità del nosocomio è stata garantita dal sacrificio di medici, infermieri, Oss e Osa sottoposti a turnazioni massacranti e a condizioni lavorative stressanti a discapito della tutela e salute dei lavoratori”. Rivendicata “autonomia organizzativa e amministrativa per uscire dalla condizione di grave emergenza”. L’ordine del giorno impegna pertanto il sindaco a: “Richiedere alla Regione che il ‘Gravina’ sia dichiarato, nell’ambito del territorio del Calatino, ‘Area Periferica Sanitaria’; intervenire sulla Direzione generale per riportare la Guardia medica nel centro storico, così come concordato. Impegna invece il direttore generale dell’Asp di Catania a: “Favorire un processo costruttivo di dialogo con le Università, ad esempio con il Policlinico di Catania, in termini di ricerca, di specializzazione e di qualificazione professionale, che coinvolga non solo i medici, ma tutti gli operatori sanitari; individuare incentivi di carattere economico e scientifico (convenzione con l’Università di Catania, Facoltà di Medicina e Chirurgia), nonché un ambito residenziale dedicato per offrire vitto e alloggio, al fine di rendere più appetibile la scelta di prestare servizio presso il presidio di Caltagirone; individuare un budget gestionale differenziato, rispetto a quello previsto per gli altri presidi ospedalieri, in funzione di una riqualificazione, poiché trattasi di ‘Area periferica sanitaria’; a indire con immediatezza concorsi pubblici per l’assunzione di medici, Oss , Osa e altre figure importanti, quali ad esempio quella dello psicologo, figura inesistente all’ospedale Gravina ma fondamentale per un supporto psicologico in vari reparti come quello oncologico”. Sull’argomento si è prima registrato un ampio dibattito, con interventi (sui contenuti dell’Odg e delle rivendicazioni avanzate per l’ospedale) del presidente Massimo Alparone, dei consiglieri Vincenzo Di Stefano, Aldo Lo Bianco, Roberto Gravina, Piergiorgio Cappello, Sergio Gruttadauria, Oriella Barresi, Marco Failla, Sergio Domenica, Andrea Bizzini, Gaetano Lo Nigro, Mario Polizzi e dell’assessore Luca Distefano. Voci critiche si sono levate dall’opposizione “per l’assenza del sindaco e dei vertici dell’Asp”, per l’asserito “tentativo di sottovalutare la gravità della situazione davanti a un grande contenitore sempre più vuoto, però, di contenuti” e nei confronti del Governo regionale, “reo” di non avere rispettato gli impegni presi. Dall’esecutivo si è replicato rilevando “la presenza convinta dell’Amministrazione e il cronoprogramma indicato con chiarezza dal presidente Musumeci” Dai banchi della maggioranza, pur non risparmiandosi stilettate alla “governance” dell’Asp, si è insistito sulla “necessità di evidenziare le proposte concrete e i primi risultati raggiunti”. Elemento comune a molti interventi è stato l’atto d’accusa “per la mancata programmazione” e il riconoscimento “degli sforzi compiuti dal personale per fare fronte alle gravi carenze nell’organico”. Hanno preso pure la parola alcuni sindaci degli altri centri del territorio: Giovanni Burtone (Militello), Giovanni Ferro (Mirabella Imbaccari) e Gianluca Petta (San Michele di Ganzaria) – presente anche il sindaco di San Cono Nuccio Barbera -, concordi nell’annunciare una richiesta di audizione alla Commissione Sanità all’Ars e ai vertici della sanità regionale e provinciale, e il deputato regionale Giuseppe Compagnone, che ha messo in guardia dal rischio, considerato deleterio per l’ospedale, di “denigrare senza costruire”. Hanno assistito ai lavori dell’assise pure il deputato nazionale Eugenio Saitta, il deputato regionale Francesco Cappello (vicepresidente commissione Sanità all’Ars) e il deputato regionale, nonché segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo.
Sanità: consiglio comunale aperto sull’ospedale Gravina. Chiesti budget aggiuntivo e modifiche ai reparti
mercoledì 09 Giugno 2021 - 11:48
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