“Siamo al punto di non ritorno. Dopo il caso ancora irrisolto della Diga #Sciaguana, arriva quello della Diga #Jato. Cedono le condutture e si disperde l’acqua, mettendo la stagione irrigua siciliana a rischio! Ecco il risultato nel prendere tempo… infinito e distruttivo.” L’amara esternazione arriva dal segretario nazionale del Sifus Confali “Consorzi di Bonifica”, Ernesto Abate, critico rispetto a quanto avvenuto in questi ultimi giorni in alcune zone della nostra Isola, dove si sono registrate rotture di condotte idriche irrigue, con una conseguente ed incontrollata perdita di acqua che peraltro ha causato veri e propri allagamenti di terreni. Su questo ingiustificato spreco di acqua che non fa bene certamente al mondo agricolo, anzi ne riduce la possibilità di poterne giovare, Ernesto Abate interviene con fermezza e dichiara: “Mentre i Governi si sono succeduti in Sicilia, nel frattempo si è passati dalla chiusura al rilancio dei Consorzi di Bonifica, senza capire che il logorio continuo fa cadere condutture già vetuste, perché in posa da oltre sessant’anni.
Ed oggi non serve certo un ‘mea culpa’ per stare in pace con sé stessi al Parlamento regionale, ma occorre stringere assolutamente sui tempi ed essere subito fattivi, poiché è inutile ricordare che la siccità è lenta ed inesorabile, tanto da portare alla distruzione inevitabile delle terre e delle economie da esse derivanti, per non parlare di un effetto deleterio… quello dello spopolamento. E siccome il Sifus, con le sue denunce quotidiane ci mette la faccia, anche questa volta vogliamo intervenire e ribadire che è arrivato il momento di guardare in faccia i problemi reali da affrontare con gli addetti ai lavori. Per questo motivo –aggiunge Ernesto Abate- chiediamo a tutto il parlamento siciliano e a quello nazionale (dato che il cambiamento climatico e quello derivato dalla siccità coinvolge tutta la nazione) di intervenire nel giusto modo per porre rimedio in un settore, quello dell’erogazione idrica, che va migliorato e reso sempre più efficiente. Bisogna intervenire per ripristinare tutte le falle che vi sono, ripensando a una rete idrica più moderna e al passo coi tempi, ma soprattutto non trascurata e abbandonata a se stessa, in un oblio che via via la sta rendendo obsoleta e la sta distruggendo.
L’acqua è un bene comune che dobbiamo difendere e che va difeso! Noi del Sifus, assieme ai braccianti agricoli, agli agricoltori e ai cittadini, siamo sempre pronti e in prima linea affinchè le risorse irrigue e potabilizzate del nostro Paese siano opportunamente valorizzate. Non a caso il Sifus Confali invita a cogliere le occasioni offerte dal Piano nazionale degli interventi nel settore idrico e dal Recovery Plan per realizzare le infrastrutture indispensabili per una migliore gestione dell’acqua. l’Italia è al terzultimo posto in Europa per investimenti nel settore idrico con 40 euro all’anno per abitante, contro una media europea di 100 euro. Per non parlare che nei prossimi anni si prevede un aumento delle temperature che aggraverà la nostra carenza idrica e avrà pesanti ripercussioni in agricoltura e quindi nell’approvvigionamento di beni primari. E ciò –conclude il segretario nazionale del Sifus Confali “Consorzi di Bonifica”, Ernesto Abate- è preoccupante se si pensa che Sicilia, Puglia, Sardegna ed Emilia Romagna sono le regioni più colpite dalla siccità negli ultimi anni”. by REDAZIONE
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