Si è conclusa sabato 29 agosto la Summer School di Riesi (CL) durata 7 giorni e dedicata allo spazio, alla comunità e alla memoria. Ai laboratori e alle iniziative hanno partecipato 40 abitanti temporanei e 20 locali tutti provvisti di green pass, come previsto dalla normativa per gli eventi culturali.
“Vale la pena, scrive Giulio Wilson ed io faccio mie queste parole. Ne valeva la pena – afferma il direttore del Servizio Cristiano, Gianluca Fiusco – già lo scorso anno quando, in piena pandemia, insieme ad Emanuele Piccardo ci siamo messi in movimento per il LURT; ne è valsa la pena i giorni scorsi, con una strepitosa seconda edizione. E oggi aver cominciato il cammino verso la terza edizione. Nel rigenerare le Comunità abbiamo creato nuove comunità, di uomini, donne, bambini, di ragazzi e ragazze, dalle spalle e sorrisi larghi, che, incontrandosi, hanno incontrato: l’altro, l’altra, i luoghi, le possibilità. E tutto questo a Riesi! Chiedetevi sempre “dove è Riesi?” Perché il contesto farà sempre la differenza. E Riesi, luogo complesso e difficilissimo, perciò bellissimo e carico di possibilità, ha un motore che è il Servizio Cristiano. Luogo che, alla vigilia dei suoi primi 60 anni, in cui l’utopia del mondo nuovo incarnata dalle e nelle architetture di Leonardo Ricci e nell’opera di Tullio Vinay, diviene il qui ed ora che spazza via ogni vaneggiamento, si trasforma in una sfrontata forma di resistenza e avanzamento che le persone possono partecipare a costruire. Vale la pena – conclude Fiusco – perché «costruire è sempre meglio che distruggere»”.
La summerschool di Servizio Cristiano, curata dall’Associazione Culturale “Coltivatori di bellezza”, è stata un’occasione preziosa per il territorio: i laboratori, oltre che al Villaggio Monte degli Ulivi dell’arch. Leonardo Ricci, si sono svolti anche nel bene confiscato nel paese di Riesi assegnato al Servizio Cristiano già alcuni anni fa.
Quest’anno è stato ultimato da CivicoCivico! di Orizzontale – studio laboratorio di architettura il recupero del primo piano del bene confiscato avviato nella scorsa edizione.
I laboratori che si sono alternati nei 7 giorni sono stati ideati ed organizzati lavorando su nuovi modelli di democrazia e per imparare a farsi abitanti e sono stati un importante momento di condivisione, di co-progettazione e di animazione umana e territoriale.
“La Stanza per guardare le stelle” e “La Stanza della lettura” sono i progetti realizzati nel laboratorio di Autocostruzione diretto da Marco Terranova – spiega Maria Pia Erice di Coltivatori di bellezza – e raccontano un modo necessario di progettare per i luoghi: insieme con l’umanità che vive e partecipa attraverso un processo di ricerca e confronto. Queste “pratiche necessarie” sono state il campo d’azione su cui hanno lavorato i laboratori di Service Design e Community Building, strumenti indispensabili quando si parla di luoghi/spazi da rigenerare. Abbiamo scelto di mettere al centro le parole, le storie, il racconto di un entroterra che sembra “cristallizzato” nelle sue fragilità e che vogliamo riportare in movimento attraverso la bellezza della contaminazione”.
La summerschool – una vera e propria residenza formativa e di ricerca – è stata centrata su 3 temi: lo spazio, la comunità e la memoria. Sono stati 4 i laboratori: sul Service Design “Risvegliare l’utopia” curato da Maria Cristina Lavazza e Luisa Carrada; Community Building “Costruire reti di comunità e relazioni con il territorio” curato da Elisabetta Caruso e dell’Associazione BitMup, Au-tocostruzione le “Stanze dello Scirocco” curato da Marco Terranova; CivicoCivico! di Orizzontale – studio laboratorio di architettura che ha continuato il lavoro di recupero del bene confiscato e VIA D’USCITA|WAY OUT di Flora La Sita che ha lavorato sulla rigenerazione degli spazi attraverso il gioco.