CALTAGIRONE – L’Archeoclub d’Italia, durante la Celebrazione del 50ennale associativo – 1971-2021, ha avuto il piacere di invitare S. Ecc. Rev. Mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, a partecipare all’evento che ha avuto luogo a Roma lo scorso 22 ottobre 2021, nell’Odeion del Museo dell’Arte Classica – Polo Museale La Sapienza. In quell’occasione ha conferito il Premio Internazionale Archeoclub d’Italia “Sabatino Moscati”, già Presidente Onorario dell’Archeoclub d’Italia, con la seguente motivazione:
“Quale riconoscimento per i Beni Ecclesiastici e Liturgici, particolarmente tutelati e valorizzati attraverso le significative attività del Museo Diocesano di Caltagirone, la Biblioteca e Archivio Storico “PIO XI” e per una visione dell’Arte, non esclusivamente Sacra, connessa al Tempo, alle circostanze, al Luogo, ad una visione della Chiesa, da intendersi quindi come ricerca, e non momento ultimo della creazione artistica, non azione definitiva, ma aperta ad un inveramento, ad una continua relazione, al coinvolgimento del fruitore, quindi presentazione di un processo e di una propensione per la Grande Bellezza”.
“Già la comunicazione in sé – afferma il vescovo Calogero Peri – mi ha colto di sorpresa. Poi, l’evento celebrato a Roma, al quale ho partecipato qualche giorno fa ha, con forza, riconfermato in me la convinzione che i beni culturali vanno custoditi gelosamente in quanto risorsa immensa e dono prezioso per l’evangelizzazione. Sono stato onorato di raccogliere, a nome di tutti coloro che si spendono per dare dignità alle bellissime opere della nostra Chiesa locale, questo riconoscimento. Mi sento, dunque, di essere grato all’Archeoclub d’Italia APS per il lavoro che svolgono e per questa attenzione alla nostra Diocesi perché tale riconoscimento è anzitutto un incoraggiamento, al di là di tutte le difficoltà, a lavorare per proteggere e promuovere il vasto patrimonio culturale che custodiamo”.
Creare le opere d’arte che portino, proprio attraverso il linguaggio della bellezza, un segno, una scintilla di speranza e di fiducia lì dove le persone sembrano arrendersi all’indifferenza e alla bruttezza è un’opera nobile, custodirle è certamente una grande sfida.
Il lavoro certosino di programmazione integrata con La Biblioteca e l’Archivio storico diocesani diretti dal dott. Paolo Failla – sottolinea don Fabio Raimondi, Direttore del Museo Diocesano – ci sta consentendo pian piano di maturare orientamenti sempre più qualificati. Però credo anche che la sensibilità e l’incoraggiamento da parte del nostro Vescovo siano lo stimolo più significativo per procedere, con decisione, in questo laborioso percorso di maturazione artistica e culturale.
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