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notizie in evidenza sicilia economia apertura – Crisi energetica, commercianti con candele in mano. Incontro con il prefetto di Palermo per lanciare allarme

redazione caltagirone

notizie in evidenza sicilia economia apertura – Crisi energetica, commercianti con candele in mano. Incontro con il prefetto di Palermo per lanciare allarme

mercoledì 31 Agosto 2022 - 19:39
notizie in evidenza  sicilia  economia  apertura – Crisi energetica, commercianti con candele in mano. Incontro con il prefetto di Palermo per lanciare allarme

L’inarrestabile corsa dei prezzi delle materie prime energetiche e un’inflazione che viaggia intorno all’8% si sta abbattendo sui bilanci delle imprese del terziario e della distribuzione tradizionale e moderna con un aumento delle bollette che, di giorno in giorno, diventa sempre più insostenibile. Una situazione di vera e propria emergenza che sta comprimendo i già bassi margini operativi di molte aziende del settore e che rischia di portare al rallentamento, se non addirittura alla chiusura, di tante attività. Le stime per i prossimi mesi, solo in Sicilia, parlano di 6.500 imprese a rischio che comporterebbero la perdita di circa 19mila posti di lavoro. Sono i numeri che il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, e la vicepresidente nazionale Confcommercio, Patrizia Di Dio, che è anche presidente provinciale Confcommercio Palermo, hanno comunicato, questa mattina, a Villa Whitaker, al prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani.
Era stato quest’ultimo a convocare i vertici regionali dell’associazione di categoria dopo la lettera trasmessa nei giorni scorsi da Confcommercio ai nove prefetti dell’isola. “Abbiamo chiarito come le previsioni, per i prossimi mesi – hanno detto Manenti e Di Dio – siano estremamente complicate, a tratti tragiche per il futuro dei comparti. Secondo i dati fornitici dal Centro studi di Confcommercio, il prezzo dell’energia elettrica salirà dell’82,3%. L’aumento di spesa legata all’energia di 464 milioni di euro, solo per la nostra isola per quanto riguarda l’ultimo anno, è un incremento che condizionerà giocoforza la vita delle famiglie e i loro consumi e che pregiudicherà l’attività delle imprese, alcune delle quali hanno già comunicato che non possono trovare altre soluzioni se non quelle correlate alla chiusura. Ringraziamo il prefetto Forlani per l’attenzione che ha rivolto al mondo produttivo, in un periodo molto difficile, anche sul fronte delle interlocuzioni, a causa della totalizzante campagna elettorale in corso.
Il prefetto di Palermo ha dimostrato di essere molto sensibile sull’argomento e ci ha rassicurato sul fatto che, anche assieme agli altri prefetti dell’isola, manifesterà questo stato di estremo malessere al Governo nazionale”. Manenti e Di Dio proseguono: “La tendenza al rialzo dei prezzi non mostra credibili segnali di rallentamento. Nonostante qualche passato sporadico e occasionale ridimensionamento, l’inflazione, anche in Sicilia, cresce ormai da più di un anno, raggiungendo l’8,6 % (8,4 in Italia) tendenziale ad agosto, che si traduce in un +9,2% (9% in Italia) se il fenomeno è misurato secondo la metrica dell’indice armonizzato. Oggi, inoltre, a Roma si è tenuta una conferenza stampa in cui sono state elencate le proposte indispensabili per allentare le tensioni che riguardano da vicino tutto il sistema produttivo”. Proprio in concomitanza con la conferenza stampa, Confcommercio Sicilia ha avviato congiuntamente con Ancc-Coop, Ancd-Conad e Federdistribuzione in rappresentanza della quasi totalità delle imprese del commercio al dettaglio l’iniziativa denominata “Abbassiamo le luci contro il caro bollette”, lo spegnimento delle luci delle attività del terziario di mercato per quindici minuti a partire da mezzogiorno, che ha fatto registrare l’adesione di oltre il 55% degli associati in tutta l’isola.
Simbolicamente, c’è chi ha acceso una candela. “E’ chiaro – sottolinea il presidente Manenti – che è stata di un’azione dimostrativa per dare forza all’azione del nostro sindacato che sulla questione non intende indietreggiare di un passo perché parliamo del futuro delle nostre imprese e del nostro substrato produttivo. Assistere inermi alla chiusura di presidi produttivi significa non avere a cuore il nostro domani che, se si prosegue così, è destinato a diventare sempre più povero e sterile”.
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