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A Caltagirone nasce il Museo del Fercolo di San Giacomo

redazione caltagirone

A Caltagirone nasce il Museo del Fercolo di San Giacomo

lunedì 28 Ottobre 2024 - 15:46
A Caltagirone nasce il Museo del Fercolo di San Giacomo

Caltagirone, come da intendimenti espressi dall’Amministrazione comunale, mira a riconoscersi sempre di più nella propria storia millenaria, a tutelarla e valorizzarla in prospettiva futura. Si terrà martedì 29 ottobre, alle 17, alla presenza della soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Catania 𝐃𝐨𝐧𝐚𝐭𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐀𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞, del sindaco 𝐅𝐚𝐛𝐢𝐨 𝐑𝐨𝐜𝐜𝐮𝐳𝐳𝐨 e dell’assessore alla Cultura 𝐂𝐥𝐚𝐮𝐝𝐢𝐨 𝐋𝐨 𝐌𝐨𝐧𝐚𝐜𝐨, la formale inaugurazione dell’antico Fercolo di San Giacomo così come restaurato su iniziativa della Soprintendenza. L’inaugurazione segnerà la nascita, nella sala Silvio Milazzo (a piano terra del Palazzo municipale), del Museo del Fercolo, con lo stesso fercolo, un video che ha colto tutte le fasi del restauro per diventare documento storico e al tempo stesso favorire la fruizione del fercolo restituito alla città, i pannelli illustrativi delle delicate fasi del processo di restauro e la presentazione delle opere scultoree di Giandomenico Gagini o di maestranze gaginesche (a cui Scipione di Guido si ispirò), ritrovate nei depositi comunali e adesso riconsegnate alla fruizione pubblica. L’antico fercolo, una complessa macchina opera dello scultore napoletano Scipione di Guido, fu realizzato nel 1590, trasformato e ricoperto d’argento nel 1764 a cura di Vincenzo Blandano e fu utilizzato per secoli per portare in processione la statua cinquecentesca del Santo patrono di Caltagirone, venendo infine sostituito, nel 1964, da un nuovo fercolo in bronzo.
L’ intervento di restauro, consolidamento e disinfestazione del Fercolo di San Giacomo è stato autorizzato dall’Assessorato regionale Beni culturali per un importo di 54.017,88 euro. I lavori sono stati eseguiti, sotto l’egida della Soprintendenza, dalla ditta Consorzio PRAGMA di Roma. Il modello di restauro realizzato a Caltagirone, primo fra gli otto centri del sito ”Città tardo barocche del Val di Noto”, ha inaugurato di fatto una nuova modalità di fruizione dei beni culturali: un laboratorio di restauro in cui studenti, cittadini e visitatori hanno assistito ”in diretta” al recupero dell’opera, per ”entrare” nel passato, ma anche proiettarsi nel futuro. L’intervento di restauro è stato svolto in “open space” nella sala Milazzo. Il Museo del Fercolo viene definita come il “racconto” dettagliato di uno dei manufatti artistici più importanti nella storia delle feste patronali patrimonio immateriale dell’umanità qual è quella di San Giacomo a Caltagirone Saranno, inoltre, consegnati nei prossimi giorni al Comune di Caltagirone tre dipinti di proprietà dello stesso Comune, in esposizione presso il Museo Civico ex Carcere borbonico, che sono stati restaurati su iniziativa della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Catania nell’ambito di un intervento che, per la somma di 48mila euro, ha interessato anche il dipinto raffigurante San Giorgio, nella chiesa omonima, di proprietà della Diocesi. Si tratta del dipinto ad olio su tela raffigurante l’Annunciazione – secolo XVII fine, ambito Filippo Tancredi; del dipinto ad olio su tela secolo XVII Cristo alla colonna; del dipinto ad olio su tela autore Giovanni Portoluni (attr. ). Apparizione della Vergine a Sant’Onofrio. Le caratteristiche dei tre dipinti li rendono non esempi artistici di genere, ma opere molto interessanti per la qualità, la resa cromatica, l’iconografia e la storia delle collezioni e della committenza a Caltagirone. Il degrado, prima del restauro, non aveva del tutto alterato la delicata e magistrale conoscenza tecnica degli esecutori, in particolare quella dei volti dell’Angelo e della Vergine nel dipinto raffigurante l’Annunciazione. La pulitura delle tre opere e la ricomposizione dei supporti hanno confermato quanto le opere, non ancora restaurate, lasciavano intuire. A intervento concluso tutte i dipinti hanno acquisito un perfetto equilibrio cromatico e quei rapporti di luce che restituiscono a chi le guarda il significato concreto di bellezza in un’ opera d’arte.
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