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Acireale: dimesso dopo 57 giorni di ricovero un paziente intossicato dalla Tossina Botulinica

redazione caltagirone

Acireale: dimesso dopo 57 giorni di ricovero un paziente intossicato dalla Tossina Botulinica

mercoledì 05 Marzo 2025 - 13:08
Acireale: dimesso dopo 57 giorni di ricovero un paziente intossicato dalla Tossina Botulinica

ACIREALE – Dimesso oggi paziente 59enne, dopo 57 giorni di ricovero nell’UOC di Terapia Intensiva dell’Ospedale di Acireale, diretta da Giuseppe Rapisarda. L’uomo era stato ricoverato a seguito di un’intossicazione alimentare da Tossina Botulinica, che aveva causato una grave sindrome paralizzante, coinvolgendo la muscolatura respiratoria e il sistema nervoso.
«Siamo orgogliosi dei progressi compiuti dal paziente e continueremo a seguirlo nel suo percorso di recupero – ha dichiarato il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio -. Vogliamo ringraziare gli operatori per il lavoro svolto. Questo risultato conferma l’alto livello assistenziale garantito dalla struttura, che ha messo in campo tutte le risorse necessarie, umane, professionali e tecnologiche, per il trattamento e la cura del paziente. Salvaguardata anche la salute pubblica grazie alle indagini epidemiologiche condotte e ai provvedimenti assunti».
La tossina botulinica è una sostanza che blocca la trasmissione dei segnali nervosi ai muscoli, impedendo loro di muoversi. I sintomi iniziali includono secchezza della bocca, palpebre cadenti, visione doppia e, nei casi più gravi, paralisi che può portare a difficoltà respiratorie, con il rischio di morte per infezioni o shock.
«L’intossicazione da tossina botulinica – ha spiegato il direttore sanitario, Giuseppe Angelo Reina – è una patologia complessa e pericolosa, ma grazie alla pronta diagnosi, alle cure tempestive fornite dalla nostra equipe e alla continuità assistenziale garantita nel tempo, il paziente ha avuto la possibilità di riprendersi. Questo è segno della grande capacità di gestione delle situazioni più critiche, e di un’organizzazione dei servizi che, attraverso l’uso di tecnologie avanzate e un approccio integrato, consente di affrontare in modo efficace anche casi complessi come questo».
Il paziente, ricoverato all’inizio di gennaio, aveva richiesto l’intubazione e la ventilazione meccanica a causa di gravi sintomi respiratori. Successivamente, è stato sottoposto a tracheostomia e ha iniziato a migliorare gradualmente. Con il passare delle settimane, ha acquisito il movimento delle palpebre e del collo e ha iniziato a interagire con il personale medico grazie a un puntatore ottico in dotazione all’UOC di Terapia Intensiva dell’Ospedale di Acireale. Recentemente, ha anche mostrato lieve mobilità delle mani e dei piedi, segnando un importante passo verso il recupero.
«Siamo felici di vedere il miglioramento del nostro paziente dopo settimane di cura intensiva – ha dichiarato Rapisarda – Questo risultato è frutto dell’impegno costante e delle competenze del nostro team sanitario, che ringrazio, che ha lavorato senza sosta per garantire un trattamento adeguato e personalizzato. Il trasferimento verso un centro riabilitativo è un passo fondamentale nel suo recupero».
Il paziente è stato trasferito presso un centro riabilitativo specializzato, dove intraprenderà un percorso di recupero che si prevede durerà da 8 a 12 mesi.
Bloccata la commercializzazione dell’alimento responsabile dell’intossicazione
Contestualmente, il Dipartimento di Prevenzione, per il tramite dell’UOC Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) e della UOS Sicurezza Alimentare (diretta da Enzo Marcone), ha condotto l’indagine epidemiologica finalizzata a individuare l’alimento responsabile dell’intossicazione e bloccarne la commercializzazione.
Ciò ha comportato un notevole impegno da parte di differenti professionisti con il coinvolgimento di altre Aziende sanitarie provinciali, della Regione, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute.
«Grazie a tale attività – specifica il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Antonio Leonardi – è stata individuata e bloccata, in tutto il territorio nazionale, la commercializzazione della conserva vegetale responsabile dell’intossicazione, prevenendo così il manifestarsi di eventuali altri casi di intossicazione da ricondurre all’alimento incriminato (prodotto in territorio afferente ad altra ASP), che ha comportato oltre al ricovero del paziente, anche il ricovero presso altra Azienda Ospedaliera di due congiunti del soggetto, fortunatamente per un breve periodo di tempo e senza conseguenze». «È il caso di ricordare a tutti i consumatori – sottolinea il direttore del SIAN, Elena Alonzo – che non vanno mai consumate conserve vegetali o animali le cui confezioni si presentino rigonfie e all’apertura delle quali si noti la presenza di gas o con alterazioni organolettiche. Inoltre qualora si preparino conserve casalinghe va sempre posta grande attenzione al puntuale rispetto di tutte le procedure igienico-sanitarie, come riportato nelle Linee Guida per la corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico, realizzate dal Centro nazionale di riferimento per il botulismo presso l’Istituto Superiore di Sanità del Ministero della Salute, consultabili sia sul sito dell’ASP di Catania (SIAN – PP9 – Sicurezza Alimentare), che sul sito del Ministero della Salute».

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